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Personaggi Famosi

Leonardo da Vinci

Leonardo da Vinci

I luoghi di Leonardo

Leonardo abitò a Vinci fino al 1469 circa, presso il nonno Antonio. Anche dopo il trasferimento a Firenze vari documenti d’archivio mostrano come egli abbia mantenuto con Vinci ed il Montalbano un rapporto assiduo.

Fu l’enorme lascito di disegni e manoscritti, tra cui i due volumi dei Codici di Madrid scoperti nel 1967, che documenta con certezza il rapporto fecondo di Leonardo col territorio intero del Montalbano.

Il celebre disegno giovanile di paesaggio conservato agli Uffizi – il primo disegno di paesaggio della storia dell’arte europea – fu steso da Leonardo il 5 agosto 1473 in occasione della festa della Madonna della Neve a Montevettolini. Esso identifica con precisione l’abitato fortificato di Montevettolini, il colle di Monsummano Alto e la pianura allagata tra di essi, ripresi dalla parete del Poggio del Belvedere: tutta un’area assai suggestiva del Montalbano vi è dunque ritratta, con una tecnica di rappresentazione prospettica (quale ad esempio la contrazione dell’angolo visuale) desunta da contemporanee esperienze cartografiche fiorentine. Le procedure di costruzione cartografica del maturo Leonardo ebbero origine da questo studio di veduta; nel quale trova inoltre il suo luogo di fondazione anche la poetica della natura di Leonardo.

Un gruppo di disegni del 1506-7 registra un suo progetto di costruzione in località Serravalle, subito ad est del borgo di Vinci, di una diga e di un bacino di raccolta delle acque per l’alimentazione di un mulino.

Testimonia dell’interesse di Leonardo per la tecnologia dei mulini anche un altro foglio del Codice Atlantico, sempre del 1506-1507 circa, dove Leonardo disegnò una pianta – accompagnata da alcuni appunti – del «molino della doccia di vinci», allora esistente in località Doccia all’estremo nord del paese.

Ma in questi anni Leonardo veniva soprattutto percorrendo in lungo e in largo tutta la valle dell’Arno e tutta l’area del Montalbano, del padule di Fucecchio e del lago di Bientina, del Pisano.

Due celebri carte leonardiane, la Carta della Toscana di nord-ovest ( Codice di Madrid II, f. 22v-23r, del 1503 circa) e La valle dell’Arno con il percorso proposto per un canale, (Windsor, RL 12685, circa 1503-1504), descrivono in maniera eccezionalmente minuta e precisa tutto il complesso del Montalbano e la sua collocazione tra la valle dell’Arno e la Valdinievole. La seconda carta documenta notoriamente l’idea di aggirare l’ostacolo rappresentato dalla stretta dell’Arno tra Signa e Montelupo – che lo rendeva non navigabile.

Leonardo: la vita

Leonardo nasce il 15 Aprile del 1452 ad Anchiano, piccola frazione di Vinci, da una donna di nome  Caterina e dal notaio Ser Piero da Vinci. Passa un’infanzia felice nelle campagne vinciane a stretto contatto con la natura. Il suo talento artistico si rivela molto presto. Nel 1469 entra nella bottega del Verrocchio, dove inizia il suo apprendistato insieme a Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Pietro Perugino e Lorenzo Credi.

La sua prima opera risale al 1473. Si tratta di un disegno conosciuto come “Paesaggio della valle dell’Arno”, oggi interpretato come una veduta di Montevettolini e Monsummano eseguita dalle pendici del Montalbano. Nello stesso periodo, dipinge “L’Annunciazione” (Uffizi, Firenze) e il bel ritratto della nobildonna “Ginevra de’ Benci” (National Gallery, Washington). Culmine dell’esperienza fiorentina è “l’Adorazione dei Magi” eseguita nel 1481 per il convento di San Donato a Scopeto, ma rimasta incompiuta.

All’età di trent’anni si trasferisce a Milano, alla corte di Ludovico il Moro presentandosi come ingegnere, architetto, scultore, pittore ed anche musico. A Milano lavora soprattutto come pittore realizzando uno dei suoi capolavori: la prima versione della “Vergine delle rocce” (Louvre, Paris); la seconda versione seguirà nel 1494 (National Gallery, London). Nel frattempo, lavora al colossale monumento equestre in onore di Francesco Sforza.

Nel 1495 inizia a dipingere l'”Ultima Cena” per il refettorio del convento di S. Maria delle Grazie. L’opera verrà terminata nel 1498. Caduto il ducato di Ludovico il Moro per mano delle armate francesi di Luigi XII, nel 1499 Leonardo lascia Milano e si dirige a Venezia passando per Mantova. Nel 1499 entra alle dipendenze di Cesare Borgia come architetto e ingegnere militare seguendolo nelle sue campagne militari in Romagna.

Nei primi anni del Cinquecento Leonardo torna a Firenze, dove si dedica con nuove forze e rinnovato impegno alla pittura, dipingendo per conto della Repubblica fiorentina la “Battaglia di Anghiari” in Palazzo Vecchio. A questo periodo appartengono anche il celeberrimo ritratto della “Gioconda” (Louvre, Paris) e la perduta “Leda”.

Nel 1506, richiesto con insistenza dal governatore di Milano Charles d’Amboise, si reca nuovamente a Milano dove studia il volo degli uccelli e riprende gli studi di anatomia, urbanistica, ottica ed ingegneria idraulica.

Leonardo nel 1513 decide di trasferirsi a Roma. Alloggia in Vaticano sotto la protezione di Giuliano dei Medici continuando i suoi studi matematici e scientifici.

Nel 1517 accoglie l’invito del Re di Francia, Francesco I, e si trasferisce al Castello di Cloux, presso Amboise, dove ricopre l’incarico di “primo pittore, architetto ed ingegnere del Re”. Si occupa nuovamente di ingegneria idraulica e abbozza i progetti per una residenza reale a Romarantin.

Muore il 2 Maggio 1519 nelle residenza di Cloux e viene sepolto nella chiesa di S. Valentino ad Amboise.

Casa Natale di Leonardo ad Anchiano

A circa 3 km da Vinci, in località Anchiano, la Casa Natale di Leonardo, aperta al pubblico secondo gli orari del Museo, rappresenta una naturale integrazione della visita al Museo Leonardiano.

La nascita di Leonardo, il 15 Aprile 1452, in questa casa colonica situata in aperta campagna è attestata da un’antica tradizione, accolta anche dallo storico Emanuele Repetti.

L’edificio, nel quale si conserva ancora lo stemma della famiglia Da Vinci, è collocato nella cornice di un paesaggio ancora simile a quello che Leonardo ha contemplato anche nell’infanzia.

Al suo interno è ospitata una mostra didattica permanente con riproduzioni di disegni raffiguranti vedute della campagna toscana e di una mappa del Valdarno tracciata da Leonardo.

Montalbano nell’arte e nella scultura dopo Leonardo

Leonardo nei suoi quadri ci ha lasciato molte rappresentazioni del “suo” paesaggio. Lo sfondo al Battesimo di Cristo del Verrocchio cui ha lavorato fra 1471 ed il 1476 (Firenze, Galleria Uffizi) può essere una giovanile testimonianza felice del rapporto fra il Monte e la valle allargata verso il Padule.

Gli alberi dipinti come mediazione fra paesaggi lontani e le figure in primo piano, che definiscono la scena e la narrazione, ci rimandano alla vegetazione del Montalbano.

Così come l’architettura, rappresentata come estratta dal contesto effettivo, quasi un frammento o un rudere, che compare come il fondale animato di gente di azione, all’Adorazione dei Magi dipinta fra il 1481 ed il 1482 (Firenze, Galleria Uffizi) è stato, da molti autorevoli studiosi, interpretato come una riproposizione della costruzione di Giuliano da San Gallo della scalinata della villa di Poggio a Caiano, allora in corso di costruzione.

Se Leonardo è il Genio indiscusso che da Vinci ha invaso con la sua travolgente visone artistica e la sua curiosità scientifica e tecnica il mondo intero, il Montalbano ha dato i natali ad altri illustri artisti: primo fra tutti Jacopo Carucci detto il Pontormo (1494- 1519).

Le sue affinità artistiche lo collegano al Rosso Fiorentino e al più noto dei suoi allievi, Agnolo Bronzino. Le opere di Pontormo sono nei principali musei del mondo dagli Uffizi di Firenze al Metropolitan  di New York, dal Fine Arts di  Boston al Louvre di Parigi, dalla National Gallery, di Londra all’Hermitage di San Pietroburgo. Al Montalbano Pontormo ha lasciato due autentici capolavolavori del periodo fra il 1519 e il 1521: gli affreschi della villa medicea di Poggio a Caiano, con figure di ispirazione pagana, come nel Vertunno e Pomona, e la Visitazione a Santa Elisabetta nella chiesa di San Michele a Carmignano.

Il suo Diario (il manoscritto è conservato presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, ms. Magl. VIII 1490) scritto negli ultimi anni della vita, conferma la tesi vasariana di una personalità irrequieta ed innovatrice volta alla ricerca della perfezione.

Nel Montalbano, dopo la morte di Leonardo si afferma un noto sculture, Bartolomeo Sinibaldi detto Baccio da Montelupo (1469-1535) che si forma come il Pontormo  alla scuola del Giardino di San Marco e che è  considerato dalla critica come l’artista di transizione fra la scultura quattrocentesca legata a Donatello e quella di Michelangelo.

L’opera che lo rappresenta nella sua maturità è la statua di San Giovanni Evangelista eseguita su commissione da parte dell’Arte della Seta nel 1514 per una delle nicchie di Orsammichele a Firenze, in cui appare tutta la forza espressiva del gesto e del volto.

Dieci anni dopo la morte di Leonardo, nasce il nipote, Pierino, detto anche lui “da Vinci”,  scultore valente allievo del Tribolo e amico di Pontormo, Bronzino e Cellini. Nel suo soggiorno a Roma nel 1547 conosce e studia l’opera di Michelangelo da cui apprende le tecniche della torsione delle forme e della ricchezza del linguaggio. Luca Martini, ingegnere e umanista, lo vuole a Pisa dove esegue alcuni dei suoi lavori più significativi. Fra le opere si ricordano: Divinità fluviale (Parigi Louvre, immagine a lato), i bassorilievi sul XXXIII Canto dell’Inferno della Commedia di Dante (Oxford Ashmolean Museum immagine sotto), La Dovizia e Pisa restaurata (Roma, Musei Vaticani).

Merita una menzione Ventura Vitoni, un abilissimo intagliatore di legno che, alla fine del XV secolo, diventa architetto e occupa un ruolo importante nell’area pistoiese, protetto da Giuliano da San Gallo. La sua prima opera è il complesso presbiteriale di Santa Maia delle Grazie a Pistoia, cui segue la Chiesa del Convento di Santa Chiara (1494-1499) dove applica con sapiente maestria le “regole” di Leon Battista Alberti.

Gli anni ’50 del ‘900 sono diventati decisivi per la mitologia dei luoghi leonardiani: si apriva al pubblico la “casa natale” di Leonardo, veniva collocata nel nuovissimo battistero della chiesa la lapide che ricordava la nascita del genio e infine si inaugurava il Museo delle Macchine Vinciane nella rocca del castello dei Guidi ( 1953).

Da allora i luoghi della geografia leonardiana si sono trasformati in elementi adatti a qualificare l’immagine storica di Vinci e del Montalbano; per consegnare a visitatori e cittadini del mondo un paese sognato (e immaginato) a misura del genio universale.

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